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I Libri – Saggistica

Marco Guzzi
La Svolta

La fine della storia e la via del ritorno
Paoline 2022, pagg.296.

L’idea di una rigenerazione del tempo, strettamente legata a una rinascita individuale e collettiva, costituisce il fondamento della Svolta cui fa riferimento il titolo. Questi tempi, in cui tutti facciamo esperienza di un ciclo epocale giunto al suo compimento, portano con sé il movimento salvifico di una Svolta, cui l’essere umano è chiamato a corrispondere con una rivoluzione radicale dell’intero orientamento conoscitivo, emotivo e pratico dell’esistenza. Alla luce di queste convinzioni viene preso in considerazione il pensiero di alcuni autori che ne sono stati in un certo senso gli anticipatori, tra i quali Martin Heidegger, Paul Celan, Arthur Rimbaud.

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Francesco Cannella, Tonino Cantelmi, Fabio Lorenzetti (sacerdote), Marco Guzzi
Transizioni profetiche:
prospettive di rinascita in un cambio d’epoca
Paoline 2022, pagg. 149, Euro 14

Il testo, scritto a quattro mani, ha come filo conduttore l’affermazione di papa Francesco: «Non siamo in un’epoca di cambiamento, ma in un cambiamento d’epoca». Mentre la Chiesa è impegnata nel cammino sinodale, la nostra era si sta caratterizzando sempre di più come un momento di grande transizione. Emerge il desiderio di autenticità per vedere realizzati valori che, per troppo tempo, sono stati proclamati, ma non adeguatamente incarnati. Per realizzare questo percorso, gli Autori propongono un ritorno alle origini, a Cristo, nuova umanità, e l’apertura a una stagione di creatività culturale che sappia parlare a un ampio pubblico, per aggregare il popolo degli esclusi, sempre più numerosi.

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Marco Guzzi
Non vedi che già sorge il nuovo Giorno?
Rivoluzione e Iniziazione
Paoline 2021, pagg. 258, Euro 18

Anche se proprio non sembra,
la luce del Giorno già rallegra
le tinte più fosche
dei cuori e della storia.
E chi non è di questo mondo
torna a vincerne le tenebre
dentro e fuori di noi
allegramente.

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Marco Guzzi
La vita è l’opera – Una biografia
a cura di Francesco Marabotti
Paoline 2020, pagg. 282, Euro 18

Ho trovato la risposta alla classica domanda: quale libro porteresti su un’isola deserta?
Porterei La vita è l’opera di Marco Guzzi, a cura del bravo Francesco Marabotti, pubblicata di recente da Paoline editore per la collana Crocevia.
In un certo senso su un’isola deserta ci sto già: è casa mia, nella bufera del coronavirus; e ciò rende la mia risposta ancor più attendibile.
Conosco Marco dal 2007 e ho letto quasi tutti i suoi libri, da quelli di poesia e di filosofia ai cosiddetti manuali; credo che questo sia il migliore perché li riassume tutti, e li trascende.
Marco è un prototipo di artista a cavallo fra ventesimo e ventunesimo secolo, e un prosecutore dei maestri cui dichiara di ispirarsi: Nietzsche, Heidegger, Holderlin, Rimbaud, Yogananda, Etty Hillesum. Marco condivide il loro anti-accademismo, la furia aurorale, l’audacia, la capacità di rompere gli schemi e la presa.

Non è un intellettuale bensì un uomo d’azione calato nel pensiero, che ti afferra e ti scuote… con dolcezza. Ha capito con netto anticipo la direzione della nostra civiltà e ha tentato in maniera via via sempre più lucida e consapevole di creare un’opera vivente, non una teoria bensì una prassi, non una formula bensì un luogo (scriveva Rimbaud di cercare “il luogo e la formula”).

D’altronde, nel cammino ricco e accidentato della sua esistenza, dagli studi universitari all’attività radiofonica, dall’avventura della pubblicazione al novum dei gruppi, è possibile rintracciare un filo che tiene tutto unito, tutto cucito; il fil di ferro della coerenza rivestito dalla seta della fiducia (della fede).

Marco è sempre stato ciò che è, ed è ciò che è sempre stato, ecco il motivo per cui sostengo che La vita è l’opera realizza il suo apice. Qui si manifesta compiutamente la chiamata cui Marco ha obbedito fin da ragazzo; e se è vero che egli possiede qualità spiccate e che ciascuno di noi ha il proprio personalissimo destino, è altrettanto vero che l’esempio di Marco può assumere una valenza universale.

La sorte ci ha deposti in un cerchio; è un cerchio più o meno esteso, e all’interno del cerchio siamo liberi. Sussiste cioè una libertà essenziale, né tocca a noi adesso interrogarci oltre o troppo.

Dunque può accadere che un bambino ferito, con un padre assente e una madre sofferente, riesca a rovesciare i problemi a suo favore, inventandosi una magnifica impresa creativa; e poi, non pago, decida di raddoppiare e triplicare la posta in palio, trasformandosi nella persona che sperava d’incontrare e non ha incontrato.

Una lezione importante, resa più vivida dalle difficoltà sopportate per raggiungere il traguardo (che non è raggiunto, che mai sarà raggiunto, che è sempre avanti e appunto perciò è reale).

Marco racconta le crisi, gli abissi e gli smarrimenti con l’asciuttezza di un ciocco di legno che arde nel fuoco. Questa sintesi fulminea di un vissuto e di un sapere è, io credo, una delle qualità che gli hanno permesso di creare un nuovo movimento del pensiero. Le altre qualità, essendo Darsi pace un’opera in atto, mi sembrano quelle proprie dell’artista: la perseveranza, la passione, l’umiltà, la capacità di non disgiungere mai il talento dalla vocazione.

Mi soffermo in chiusura su quest’ultimo, cruciale punto. Tutti abbiamo un talento ma pochi fra noi (sembra strano, vero?) sono disposti a pagare il prezzo per individuarlo, estraendolo dal caos come si estrae una pepita d’oro dal fango; e ancora meno sono quelli disposti a coltivarlo; sono davvero pochissimi infine quelli che, una volta individuato e coltivato il proprio talento, sono disposti a non tradirlo. Forse in un simile tradimento alberga la peggiore delle trappole: controfigurare sé stessi (per usare un termine caro a Marco) pur di illudersi di essere felici. Invece non lo saremo. Poiché anzi il talento senza bussola è la via più sicura per perdersi, ci ritroveremo d’un tratto distanti dalla nostra verità; molto, molto distanti, prigionieri del vetro opaco della menzogna.

La vita è l’opera, ad ogni pagina, ad ogni rigo, ci ricorda che abbiamo un compito ben preciso da svolgere, subito: infrangere quel vetro e diventare ciò che già siamo e che abbiamo dimenticato di essere.

Recensione di Enrico Macioci

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Marco Guzzi
Dizionario della lingua inaudita
Paoline 2019, pagg. 360, Euro 18

Quando un intero ciclo storico si compie e un altro fatica ad iniziare,
il compito primario consiste nel ridare un significato vivo alle parole,
sottraendo il pensiero umano all’usura e all’insignificanza.
Oggi più che mai, perciò, nel frastuono di un passaggio antropologico senza precedenti, urge elaborare un linguaggio che sia la lingua madre dell’umanità che in questo vortice dei tempi sta nascendo. Dobbiamo aiutare questa nostra umanità ancora bambina a parlare, come se fosse per la prima volta, magari balbettando e sbagliando a volte i verbi e i sostantivi.
Ecco perché mi sembra necessario iniziare a formulare un nuovo Dizionario della Lingua Inaudita, che non può che essere aforistico e frammentario, in quanto il nuovo linguaggio si va formando in noi giorno dopo giorno, direi parola per parola, e fuori da ogni controllo sistematico o pretesa enciclopedica.

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Marco Guzzi
Alla ricerca del continente della gioia
Paoline 2019, pagg. 160, Euro 14

“La rivoluzione interiore
la rivoluzione culturale
e la rivoluzione democratica
in atto
sono lo stesso movimento
rivoluzionario. Il XXI secolo
è la scena
di questo sommovimento planetario.
E questa è una buona notizia.
L’unica sorgente della vera gioia.
………………………………………………………
Stiamo attraversando la più profonda crisi antropologica
di tutta la nostra storia umana.
Stiamo ridisegnando perciò i lineamenti stessi della nostra umanità,
e tutto di conseguenza, la morale come il diritto, le religioni come la democrazia,
vivono un travaglio senza precedenti,
mentre gli allarmi climatici quotidiani e gli sviluppi vertiginosi delle tecnologie
ci tengono immersi in un clima apocalittico.
Molti studiosi parlano da tempo di catastrofe planetaria,
ed in effetti il mondo sembra rovesciarsi da capo a fondo ogni giorno di più.
In questo libro si tenta di mostrare che questa può essere una buona notizia,
a condizione che ci si predisponga a radicali mutamenti mentali, culturali, e politici.
Solo una nuova umanità infatti, molto più consapevole,
potrà orientare i processi in atto e trasformarli in un’immensa e gioiosa rivoluzione culturale”.

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Marco Guzzi
Facebook il profilo dell’Uomo di Dio
Paoline 2017, pagg. 192, Euro 14

Questo libro nasce da un esperimento reale:
tentare su Facebook una comunicazione alta,
ma al contempo popolare,
proporre un linguaggio semplice, ma forte,
sintetico, ma denso di significati.
Volevo fare della Pagina del movimento “Darsi pace”
un luogo in cui le persone potessero trovare conforto,
rallegrarsi, e a volte addirittura illuminarsi.
Volevo tentare un uso spirituale, missionario,
di un social network che sta degenerando
nella violenza verbale, nel narcisismo più infantile,
nella chiacchiera.
L’esperimento è riuscito, in meno di due anni
abbiamo aggregato migliaia di nuove persone
che hanno iniziato a dialogare
senza gridare, senza insultarsi, cercando insieme
quelle parole inaudite e fiammeggianti
che aspettano di irrompere nella storia
per rinnovare una civiltà inaridita.

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Marco Guzzi
Fede e Rivoluzione
Un manifesto
Paoline 2017, pagg. 192, Euro 14

Mai come oggi sembra divenire tanto urgente
una profonda rivoluzione culturale e politica,
e mai come in questi ultimi decenni
l’ Occidente sembra paralizzato e incapace di
produrre idee e progetti
adeguati alle sfide planetarie in atto.

In questo libro si prova a mostrare
che tutte le direzioni evolutive della modernità
non possono proseguire
se non rigenerandosi alle proprie fonti,
e cioè alla speranza cristiana del Regno.
Ciò implica però anche una radicale purificazione
della stessa fede cristiana
che si sta liberando e si dovrà ancor più liberare
da tutti gli elementi distorti e violenti
che hanno sfigurato e depotenziato
la sua incarnazione nella storia.
Una fede messianica più personalmente realizzata
sta per divenire la sorgente spirituale
di una rivoluzione antropologica senza precedenti.

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Marco Guzzi
L’insurrezione
Dell’umanità nascente
Paoline 2015, pagg. 300, Euro 17

E’ tempo di insorgere/risorgere
dalle ceneri di una civiltà in stato terminale.

E’ tempo di tornare a contestare
radicalmente questo mondo
per creare le prime fioriture del nuovo.
E’ tempo di distruggere il regno della menzogna
in noi e fuori di noi,
per ripiantare semi di verità nel deserto dei cuori.

E’ tempo di nascere.

Un’ intera figura di umanità si sta consumando
e un’ altra sta tentando di nascere.
Questo libro fa risuonare ancora una volta
un Appello che da almeno due secoli
tutti i grandi poeti e pensatori e scienziati e ricercatori spirituali
hanno lanciato: un mondo sta per davvero finendo,
in quanto è un’ intera modalità di essere umani sulla terra
che si sta esaurendo in ciascuno di noi,
tra guerre mondiali e crisi esistenziali.
Le menti più illuminate però
ci ripetono anche che in questa fine
siamo tutti chiamati a riconoscere e ad incarnare
i tratti di un volto nuovo e inedito dell’uomo,
e perciò a insorgere contro la figura morente
che tuttora domina dentro le catastrofi
che continua a produrre.

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Marco Guzzi
Imparare ad amare
Un manuale di realizzazione umana
Paoline 2013, pag. 256, Euro 15

Tutte le tradizioni religiose ci ripetono da millenni che l’essere umano si realizza solo amando ed essendo amato. Anche la ricerca psicologica ci conferma che la nostra sofferenza deriva in gran parte da ferite inferte al nostro bisogno di amare e di essere amati. Eppure amare sembra diventare sempre più difficile. Le relazioni affettive diventano fragili e inconsistenti. Mentre una cupa depressione ci segnala quanto poco amiamo perfino noi stessi.

E’ venuto il tempo di comprendere che imparare ad amare è l’unico scopo, il senso ultimo di tutta la nostra esistenza terrena. Ma è anche venuto il tempo di superare ogni retorica e ogni sentimentalismo per capire che imparare ad amare è un vero e proprio lavoro su noi stessi, sulle nostre paure e sui nostri desideri, ma anche su tutte le concezioni religiose o antireligiose che orientano il nostro pensiero. Imparare ad amare sta diventando l’impegno più urgente per un radicale rinnovamento della nostra umanità in questa travolgente ed entusiasmante svolta dei tempi. Questo libro ci offre un metodo preciso per muoverci in questa direzione.

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Marco Guzzi
Buone notizie
Spunti per una vita nuova
Messaggero di Sant’Antonio 2013, pag. 140, Euro 12

Ci siamo. E’ giunto il tempo delle scelte vere. Siamo noi, gli uomini e le donne di oggi, i veri protagonisti di questo tempo di grande trasformazione. La crisi nei vari campi: economico, politico, sociale, religioso, istituzionale, educativo, familiare, è annunciatrice di grande mutamento. Si tratta di una vera e propria crisi antropologica, una crisi di crescita, una grande opportunità evolutiva. Sta a noi coglierla.

E’ questa, in sintesi, la buona notizia del nuovo libro di Marco Guzzi, edito da “Messaggero di Sant’Antonio” e che si intitola, appunto, “Buone notizie. Spunti per una vita nuova”.

Lo scrittore, poeta e filosofo, ci guida con una visione tutta nuova attraverso un elenco di temi importanti e che segnano passaggi, scelte e riflessioni cruciali nella vita di tutti noi: matrimonio, giovani, educazione, corpo, azione, povertà, potere, coscienza, preghiera.

Ognuno di questi temi è sviscerato, attraverso dati, numeri e riferimenti e, infine, osservato con occhi di chi crede fermamente che “stiamo andando verso il Meglio, sia pure catastrofica-mente, e cioè dovendo rovesciare la nostra mentalità bellica. Ci stiamo dirigendo verso una Nuova Umanità non più ego-centrata, ma relazionale.

Oggi, dunque, il vecchio “io-bellico” che finora, in tutti i campi, ha governato il mondo, e che ha basato la sua sopravvivenza sulla contrapposizione, sul conflitto, sulla separazione dall’altro e sul suo annientamento, è ormai in fin di vita. Un nuovo “io-relazionale” sta nascendo. Il suo potere non sta nel togliere agli altri ma nel donare, sanare, guarire, illuminare, nutrire. Non sta nella divisione ma nell’unione.

Uno scatto antropologico-culturale, ricco di potenzialità evolutive straordinarie e del tutto inedite, che avrà ricadute sia a livello personale, sia a livello politico, economico e sociale.

La sfida è seria, epocale. E possiamo ritenerci fortunati che ci siamo capitati dentro. Dobbiamo però attrezzarci, dotarci di strumenti giusti. Essere capaci di capire, cambiare, penetrare in profondità. E, soprattutto, essere costanti, allenati. “Dobbiamo essere atleti del pensiero e della spiritualità – dice Guzzi. Non facciamoci illusioni la strada è tutta in salita. Ma la ricompensa è grande.”

L’autore, cattolico, non risparmia critiche alla Chiesa e a una concezione ormai superata e spesso ipocrita della rappresentazione religiosa. E anche sul fronte della preghiera (uno dei temi del libro) apre a forme provenienti da altre culture e che, come nel caso delle meditazioni orientali, predispongono maggiormente ad azzittire il rumore dell’ego e a coltivare un ascolto diverso.

Insomma un libro per laici, cattolici, o appartenenti ad altre religioni che vogliano capire il nostro tempo e coglierne tutta la grandezza e la rivoluzionaria potenzialità.

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Marco Guzzi
Il cuore a nudo
Guarire in dialogo con Dio
Paoline 2012, pag. 152, Euro 13

“Nelle grandi fasi critiche della vita e della storia, quando non abbiamo più risposte sufficienti a placare il nostro smarrimento, possiamo rimetterci in ascolto.
Possiamo rimetterci in viaggio.
In questi momenti ritroviamo il gusto del silenzio, e forse scopriamo che molti spazi nuovi si aprono nelle profondità del nostro cuore.
Scopriamo che una sapienza amorosa ci abita, e può illuminarci.
Noi tutti stiamo vivendo, sia a livello personale che a livello storico e planetario, un momento estremo, una fase terminale, che può però manifestarsi come nuovo inizio, ricominciamento.
In questo libro l’autore racconta il processo della propria crisi rigenerativa, fa partecipe il lettore di quei dialoghi interiori, attraverso i quali la luce dello Spirito ha saputo curare le sue ferite, e benedire tutti gli ambiti della sua esistenza.
Il lavoro e le relazioni affettive, infatti, il rapporto con la morte e con la disperazione, le forme dell’autorità e del servizio, la misura delle nostre parole, tutto richiede oggi di essere benedetto, di essere ripensato in dialogo con il nostro Principio, con il Dio-Amore che vuole salvarci.”

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Marco Guzzi
Dodici parole per ricominciare
Saggi messianici
Ancora 2011, pag. 128, Euro 14

Grande è il bisogno di ricominciare.
Nelle nostre vite, nella Chiesa, e nel mondo.
Una pesante cappa di apatia grava infatti nei cuori,
colmandoci di amarezza, di impotenza, e di disperazione.

Ma per ricominciare, per ridare slancio ai nostri progetti,
abbiamo bisogno di pensieri nuovi, di parole vive,
abbiamo bisogno di ridare vita alle parole più antiche,
di rianimarle.

Questo libro tenta di riaccendere la luce di 12 parole
su cui fondiamo la nostra esistenza terrena.
Tenta di far emergere dal loro ascolto
la freschezza della nuova umanità
che sta fiorendo dentro questa notte planetaria.

Perché è proprio così:
una nascita è il senso di tutto questo declino:
impariamo a sentirne l’avvento.

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Marco Guzzi
Dalla fine all’inizio
Paoline 2011, pag. 158, Euro 13

L’essere umano si sta trasformando velocemente, e da più parti si parla da tempo di svolta antropologica. Ma ancora ci manca una interpretazione adeguata di cosa stia realmente accadendo, della direzione di questi mutamenti radicali.
Forse è tempo di arrischiarne una.
Forse il nostro è un tempo “apocalittico”, proprio in quanto ci si sta “rivelando” in modo abbastanza evidente il senso di tutte le crisi che abbiamo attraversato lungo il XX secolo, e che continuano a rendere la nostra esistenza molto fluida e incerta.
E’ tempo di riconoscere in tutte queste crisi la faticosa emersione di un’unica e straordinaria opportunità di liberazione ad ogni livello, e di uscire così definitivamente dalla fase depressiva del ciclo trasformativo.
E’ tempo di prendere l’onda travolgente del XXI secolo con la grazia del surfista che sa sfruttarne al meglio tutta la potenza.
E’ il giusto tempo cioè per ricominciare.

La crisi del maschio e della femmina
La crisi delle identità nazionali e religiose
La crisi del matrimonio e dei partiti
La crisi esistenziale e morale
La crisi della cultura e della comunicazione di massa
La crisi dei nostri corpi e dei nostri orari strozzati
La crisi di tutte le agenzie formative
La crisi della chiesa e della famiglia
La crisi della scuola e dell’università
La crisi del mondo
E’ UNA CRISI DI CRESCITA!
RALLEGRIAMOCENE
E PRENDIAMO CON GIOIA
COME SURFISTI
LA GRANDE ONDA EVOLUTIVA

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Marco Guzzi
Yoga e preghiera cristiana
Percorsi di liberazione interiore
Paoline 2009, pag. 143, Euro 12

” In un tempo sempre più affannato e accelerato diventa indispensabile ritrovare un baricentro interiore, conquistare spazi di silenzio e di pace, per gestire il mondo delle comunicazioni telematiche.

Per questo si diffondono nei paesi occidentali molteplici esperienze di meditazione e di preghiera, che mettono a confronto la tradizione cristiana con quelle orientali, yogiche e buddistiche in modo preminente, usufruendo anche delle grandi acquisizioni della psicologia del profondo.

Da parte cristiana però assistiamo molte volte o a condanne senza appello delle pratiche orientali, ritenute inassimilabili alla preghiera cristiana, oppure a troppo disinvolte identificazioni e assimilazioni, che confondono esperienze spirituali diverse, perdendo lo specifico “dialogico” della contemplazione cristiana.

Il problema, dal punto di vista cristiano-occidentale, è invece proprio quello di come sia possibile integrare alcune pratiche orientali come strumenti di preparazione alla preghiera cristiana. Questo libro si propone di illustrare concretamente come lo Yoga possa essere integrato nell’­esperienza di un credente cristiano, di un occidentale del XXI secolo.”

 

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Per donarsi
Un manuale di guarigione profonda
(Allegato CD con tre meditazioni guidate)
Paoline 2007, pagg.218. Euro 16,00.

Fratello, per donarti, per creare
Vita sulla terra, e in abbondanza,
Impara a perdonarti, a perdonare,
Impara a liberare
Il cuore dai suoi pesi, dalle colpe,
A sciogliere dal petto le catene
Dell’odio.
Perdònati,
Fratello, per donarti, perdona
Tuo padre e tua madre, per creare
Vita in abbondanza, assolvi
I tuoi parenti e i tuoi nemici, sii per loro
La grazia
Senza condizioni.
E ti prometto
Che presto fiorirai
Qui sulla terra, e costruirai
Di getto il mondo nuovo
Che palpita già in te,
Figlio dell’uomo.

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Viviamo in un tempo bellissimo e tremendo, ma ancora non abbiamo una cultura che sappia esprimerne le immense potenzialità, e trasmettere la forza e l’entusiasmo di un nuovo inizio.
Le culture dominanti sembrano paralizzate, e continuano a produrre soltanto un frenetico falso movimento.
Questo blocco della creatività culturale e politica aumenta e rende insostenibile la fatica dei travolgenti mutamenti in corso.
Ogni persona è lasciata da sola a sopportare un travaglio di portata antropologica.
E così ognuno di noi patisce una condizione sempre più scissa dentro una realtà sociale che maschera e occulta la spaventosa alienazione che produce.
Per ritrovare lo slancio creativo dobbiamo interrogarci in modo del tutto nuovo sulla fonte originaria di questa alienazione. E quindi sui misteri della colpa e del perdono, con i quali ci scontriamo tutti i giorni, qualsiasi sia la nostra fede o non fede.
Questo libro offre un cammino concreto, un vero e proprio manuale, per incominciare a liberarci dalle nostre colpe e dalle nostre paure paralizzanti, e per avviare così perdonati per donarci, una rigenerazione profonda della nostra vita e della storia umana sul pianeta terra.

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La nuova umanità
Un progetto politico e spirituale
Paoline 2005, pagg.226. Euro 12,00.

una nuova umanità
sta emergendo dalla crisi
di tutte le culture della terra

un unico Genere Umano
si sta formando
nella passione secolare
delle culture della guerra

la loro fine perciò
è il vero inizio dell’uomo
rigenerato

la nuova umanità
assimila le ricchezze
di tutte le storie del pianeta
di tutte le civiltà

ne è l’erede universale:
il figlio
radicalmente umano:
il volto originale
in cui finalmente
ci riconosciamo

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MG, poeta e saggista, è un autore singolare. Analizza lucidamente tutta la drammaticità degli eventi quotidiani che si abbattono sul nostro pianeta, ma invece di lasciarsi scoraggiare, come fanno tutti (o quasi), riesce a trarne motivi di fiducia e di speranza. (…) Le perplessità non mancano: secondo molti profeti di sventura, ma anche persone ragionevoli e moderate, l’attuale deriva verso il peggio non promette nulla di positivo. Anzi, rischia di farci ripiombare in un nuovo medioevo nel senso peggiore del termine.(…) E tuttavia, al di là dei flussi e riflussi contingenti, Guzzi insiste nel dire che taluni segni fanno sperare in una nuova umanità. Questi segni li vede emergere dallo sviluppo culturale del XX secolo, come la crisi del dogmatismo scientistico, il crollo delle ideologie materialistico-storiche, lo sviluppo della coscienza democratica, la sofferenza crescente per l’alienazione urbana. E inoltre, particolari motivi di speranza trae dall’emancipazione progressiva della donna, oltre che da altre molteplici istanze, come l’anelito ad una migliore autenticità relazionale, al dialogo, alla pace, a una maggior attenzione all’ambiente, e a una crescente ricerca della dimensione spirituale. E pensa che il problema culturale all’ordine del giorno sia quello di aggregare tutti questi spunti nascenti, per renderli visibili. (…) Perciò quel che appare più urgente oggi è una “inedita creatività culturale” per comprendere quali siano i lineamenti di questa nuova umanità che sta emergendo, e per favorirne l’emersione. (…) Il libro non manca di indicazioni pratiche rivolte a ciascuno su come “educarsi all’avventura autotrasformativa” (da anni Guzzi conduce corsi di autotrasformazione presso l’Università Salesiana di Roma), e a tale scopo suggerisce al lettore “una lettura lenta e creativa, ruminante, co-pensante.” (…) Verrebbe spontaneo pensare che forse, da buon poeta, Guzzi sia un sognatore idealista, amante dell’utopia. Eppure, per quanto la pesante atmosfera odierna sia intrisa di pessimismo, chiunque crede e spera in un Cristo libero da sovrastrutture clericali e autoritaristiche non può che augurarsi di cuore che abbia ragione.

Antonio Thellung – Koinonia n.1, 2006

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Darsi pace
Un manuale di liberazione interiore
Paoline 2004, pagg.220. Euro 12,00.

La convinzione fondamentale che sta alla base dell’ultimo suggestivo libro di Marco Guzzi è che la pace, questo immenso dono di cui oggi sentiamo tutti un grande bisogno, è qualcosa che abita dentro ciascuno di noi. Di qui scaturisce anche il significato del titolo stesso dell’opera, che indica con chiarezza come il compito più rilevante consista nel “darsi” la pace, prima e piuttosto che nel “fare” la pace, forti della consapevolezza che soltanto chi possiede un cuore pacificato potrà a sua volta fare opera di pacificazione intorno a sè. (…)

Allora si rende necessario per ognuno un cammino autentico di conversione (…), un percorso di rigenerazione che Guzzi propone al lettore, dopo averlo sperimentato per vari anni insieme a diversi gruppi di persone. Siamo perciò in presenza di un vero e proprio manuale, che indica un percorso di liberazione “dall’io ego-centrato all’io in conversione”, capace di superare “il baratro di ogni separazione”, di cancellare “l’ultima maschera del mio ego”, di “estrarre dall’ombra la sua luce”, di farci “tornare immacolati” e, infine, di porci davvero alla sequela del Cristo, l’unico in grado di dare “nuovo inizio al mondo”. E’ a questo proposito che Guzzi parla di Cresima del Mondo, di un tempo, che è il nostro, “in cui ciascuno di noi è chiamato a una comprensione e a una sperimentazione del mistero di Cristo a un livello nuovo di maturità e responsabilità personale. Uno scatto che comporterà e già sta comportando mutamenti enormi anche nelle forme storiche che il Cristianesimo ha assunto finora.”

Maurizio Schoepflin – L’Avvenire, 4.5.2004

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La profezia dei poeti
Moretti e Vitali 2002, pagg. 88. Euro 14,00.

L’Autore da anni indaga le direzioni che il testo poetico può indicare come “profezia” al nostro tempo così travagliato. A suo giudizio un’intera figura di umanità si starebbe consumando in ciascuno di noi. Tuttavia questa faticosa fase terminale porterebbe con sè straordinarie potenzialità di “nuova nascita”, che l’Autore prospetta mediante suggestioni di carattere junghiano. Ecco che allora Guzzi si pone domande precise: sapremo ascoltarne l’annuncio nel grande frastuono occidentale? Sapremo ascoltare la nostra voce più profonda? E sapremo costruire cammini concreti, personali e storico-collettivi, di “ricominciamento” ?

Antonio Spadaro – Civiltà Cattolica, 21.6.2003

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Cristo e la Nuova Era
Perchè diventare cristiani proprio ora
Paoline 2000, pagg. 170. Euro 10,33.

I libri di Marco Guzzi veicolano un pensiero positivo, alimentano la gioia di vivere in questo nostro secolo, stimolano a riscoprire con occhi nuovi la fede cristiana. Per questo egli prende le distanze dalle filosofie dominanti, che, al suo dire, si riducono quasi sempre a “finezza intellettualistica, a estetismo, a genere di lusso”. Ma si distanzia parimenti da quei linguaggi della fede che ai nostri giorni “perdono spesso il calore illuminante del fuoco, si sbiadiscono in esangui fotocopie del Verbo, in codici burocratici e in documenti ecclesiastici che nessuno legge” . La posta in gioco odierna è grande, e Guzzi la formula sin dall’inizio con alcuni interrogativi rivolti ai cristiani e ai loro pastori: come mai spesso il cristianesimo non convince più l’uomo e la donna adulti? Come mai la Chiesa è più convincente come strumento di solidarietà che come strumento di salvezza? Non abbiamo forse accumulato tanta potenza materiale nel mondo quanta impotenza spirituale?

Franco Ardusso – Jesus, Maggio 2001

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Proviamo a tradurre in inglese il titolo Cristo e la Nuova Era : sulle prime “Cristo e la New Age” fa pensare ai sospetti di vari ambienti cattolici di fronte al fenomeno culturale fiorito con questo nome. In realtà New Age o Nuova Era vogliono solo dire che l’umanità si trova a un punto di svolta verso un’epoca di radicale rinnovamento spirituale ; idea che, dopo le stagioni dominate dal materialismo, dovrebbe confortare i religiosi di tutte le fedi, tanto più, ricorda Guzzi, che Giovanni XXIII, indicendo il Concilio, disse proprio “l’umanità è alla svolta di un’era nuova”, concetto ribadito da Giovanni Paolo II (“Nuova primavera di vita cristiana”). Il cristiano, quindi, dovrebbe essere in sintonia con l’idea di Nuova Era, sostiene da cristiano Marco Guzzi, a meno che non consideri la fede come qualcosa di arroccato nelle norme, ignorando “le spinte evolutive provenienti dal fuoco redentivo e liberatorio insito nel cristianesimo stesso”. (…) Quello di Guzzi è un testo colto (che richiede attenzione e quiete nella lettura), ma è anche una splendida meditazione sull’idea di Nuova Era alla luce di una spiritualità cristiana ma anche universale: pagine che suscitano speranza e voglia di rinnovarsi rimuovendo le catene dell’Ego.

Cesare Medail – Astra, Dicembre 2000

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L’Ordine del Giorno
La coscienza spirituale come rivoluzione del nuovo secolo
Paoline 1999, pagg. 176.

C’è ancora qualcuno che ha il coraggio, non dico di nominare, ma di pensare alla rivoluzione, di rimettere questa parola al centro del discorso esistenziale? Si direbbe di si, almeno stando all’introduzione che Marco Guzzi, poeta e giornalista, ha anteposto al suo libro L’Ordine del Giorno, che raccoglie i testi di alcuni seminari tenuti al centro Eugenio Montale. Solo che, ben presto, ci si accorge che la rivoluzione invocata da Guzzi è molto diversa dai secolari movimenti di massa, che hanno segnato la cosiddetta “modernità” con i loro ideali e le loro disillusioni, con le nobili conquiste e le infami tragedie. La rivoluzione di cui qui si parla è tutta interiore. O meglio è quella rivoluzione interiore che, se fosse stata compiuta, avrebbe permesso a quelle altre rivoluzioni di non precipitare nella negazione di se stesse.(…) E’ un viaggio iniziatico all’interno del cristianesimo, quello proposto da Guzzi, un’iniziazione ben lontana dalle mascherate esoteriche, più prossima alle fatiche interiori vissute da chiunque cerca di comprendere se stesso e il mondo, di costruire relazioni dove l’altro non sia mezzo ma fine.

Matilde Passa – L’Unità, 26.7.1999

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Passaggi di millennio
Uno sguardo profetico sul tempo presente
Paoline 1998, pagg. 168.

Conduttore di programmi radiofonici e televisivi che si prefiggono di essere alternativi alla banalità consumistica, Marco Guzzi raccoglie nel suo libro una serie di articoli su temi di attualità suddivisi per argomenti – politica, tecnica, spiritualità – ma resi omogenei da un filo conduttore: l’ipotesi che il cristianesimo possa dare un contributo decisivo alla nuova era, di cui l’autore vede gli albori. “L’uomo di Cristo ” scrive Guzzi nella prefazione ” può vivere bene le fatiche di questo passaggio cruciale, in quanto è per sua natura un passante. Il compito dei cristiani è mostrare credibilmente che ogni luogo del tempo, ogni ambito lavorativo o familiare, ogni tecnologia e ogni settore dell’arte o della conoscenza può proprio oggi sperimentare il passaggio d’epoca come Pasqua di resurrezione: nascita di un Uomo Nuovo, emersione e rivelazione di nuove potenzialità umane”.(…) Un libro, dunque, che si legge con grande interesse e che tocca gli aspetti essenziali del passaggio alla nuova era. Compreso quello della realtà massmediatica, della quale Guzzi è severo critico, ma per la quale avanza un’indicazione positiva per una possibile evoluzione: “La tivù potrebbe costituire una specie di Teatro stabile dell’emersione (psicologica quanto politico-storica) dell’essere umano planetario, che sarà in grado di vivere meno catastroficamente il prossimo secolo”.

Giorgio Galli – Astra, Luglio 2002

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L’Uomo Nascente
La trasformazione personale alle soglie del nuovo millennio
RED edizioni 1997, pagg 240.

Il discorso di Marco Guzzi non è apocalittico. Nei suoi ultimi due libri: L’Uomo Nascente e Passaggi di millennio, Guzzi ritiene che alla fine del secondo millennio dell’era cristiana tutte le dimensioni della conoscenza e della convivenza siano sottoposte a processi radicali di trasformazione, quasi fossimo chiamati a ricominciare, dopo l’ultimo secolo che ha visto gli effetti più irrazionali di un mondo troppo unilateralmente razionalizzato. Ricominciare da dove? Dalla poesia, dice L’Uomo Nascente; dal cristianesimo dice Passaggi di millennio. Che relazione c’è tra poesia e cristianesimo? Se pensiamo al cristianesimo primitivo, o a quello profetico, oggi marginale ed emarginato dalla Chiesa, qualche parentela può esserci. C’è infatti un senso in cui poesia e religione lasciano intravedere figure dell’umano insospettate, arrischiano aperture, dischiudono nuovi scenari, fanno fare agli uomini un salto di umanità. Ma oggi, dopo duemila anni, il cristianesimo sembra più normativo che profetico (…) Resta la poesia che riesce a salvare segni e immagini dell’umano al di là del buio nero in cui finisce l’esistenza del poeta. (…) Contro la poesia lavora la tecnica che tende all’omologazione, perchè ad essa servono funzionari, non poeti. E allora: o si fa quel salto di umanità che ogni scarto poetico custodisce rispetto ai significati codificati che il tempo della tecnica assegna a uomini e cose, oppure il terzo millennio celebrerà la fine dell’umanismo, ossia dell’uomo come l’abbiamo storicamente conosciuto.

Umberto Galimberti – La Repubblica, 15.9.1998

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L’ego moderno nasce con il piombo nelle ali. E’ a questo proposito che il libro di Marco Guzzi può recare un contributo notevole, soprattutto con riguardo alla personalità paranoica, che è appunto quella che ha trasformato i valori finali in valori strumentali e che su questa trasformazione mortale fonda il suo supposto trionfo storico, generalizzando le verità parziali e radicalizzando le proprie pretese di dominio. “Più si fa pressante l’urgenza (psichica e storica) del mutamento” scrive Guzzi “in questo secolo, e più il fondamentalista si arroccherà, cosa che è già presente agli occhi di tutti, nelle figurazioni sacralizzate della storia finita, idolatrandole per idolotrare però in verità il proprio Ego, incapace di vera conversione”.

Franco Ferrarotti- Il Sole 24 ore, 21.9.1997

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Si tratta di meditazioni di impianto cultural-religioso, che cercano di individuare un percorso che porti all’identificazione e al riconoscimento di un “Luogo Comune”, di un “Centro Vivente”, di un “Punto sintetico di attrazione universale” attraverso la riproposizione, appunto in forma di seminari, di quanto è emerso in questo senso negli ambiti più diversi dell’umana ricerca nel corso del ventesimo secolo. L’autore ha così modo di ripercorrere alcune fra le più significative suggestioni del pensiero di poeti, narratori e filosofi del nostro tempo: da Hoelderlin a Trakl, da Rimbaud a Rilke, da Campana a Celan, da Char a Heidegger, da Nietzsche a Teilhard de Chardin, definiti esploratori dello spirito, dai quali “emerge con forza infantile una nuova esperienza del pensiero, irrompe uno sguardo capace di rendere trasparente e di dilatare l’orizzonte della nostra vista … un’energia vulcanica di annuncio e di rivelazione.”(…) La prospettiva di riflessione prediletta da Guzzi è decisamente esistenziale e non meramente intellettualistica: in quest’ottica egli si spinge a sperimentare nuove forme di comunicazione, all’interno di uno spazio per così dire terapeutico, in cui sia possibile interpretare le problematiche psiocologico-esistenziali e quelle storico-collettive partendo dal proprio vissuto, al fine di evitare nuove e più dolorose scissioni interiori.

Maurizio Schoepflin – L’Avvenire, 4.5.1997

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Rivolgimenti
Dialoghi di fine millennio
Marietti 1990, pagg. 122.

Già il titolo è una chiave dello sviluppo del libro. E ancora più emblematico è il sottotitolo: Dialoghi di fine millennio. Veniamo dunque a sapere che si trattra di dialoghi, incontri e resoconti colloquiali, i cui interlocutori sono: Raimundo Panikkar, Karlheinz Stockhausen, Hans Kung, Luigi Pintor, Adriana Zarri, Christian Norberg-Schulz. Vale a dire – e forse non c’è neppure bisogno di rilevarlo – una parte significativa della cultura contemporanea. E significativa – se posso dirlo – soprattutto perchè quei nomi lasciano intravedere altrettanti punti di tensione nella teologia, nella filosofia, nelle arti e nella politica contemporanee. Quei nomi mostrano delle crepe, o se volete, delle ferite da cui inevitabilmente, come da ogni ferita, nascono riconsiderazioni critiche, che il lettore può avere modo di valutare.(…) Tutto intorno a noi sta mutando. Dunque come è possibile fermare le cose? Come si può frenare, o anche soltanto attenuare il rivolgimento in cui tutti siamo presi? Se è così, non si può dire che interrogando. E questo interrogare è l’essenziale gesto del libro di Marco Guzzi.

Maurizio Ciampa – Il Secolo XIX, 8.9.1990

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Notevole questo intreccio fra politica, etica, arte, teologia, proprio in un momento in cui la crisi delle ideologie e dei famigerati “valori” rischia di riproporre steccati e limitazioni, a tutto vantaggio come al solito di chi, senza “rivolgimenti”, tende a legittimare lo status quo, il diritto del più forte. Nelle risposte agli interrogatiivi sul rivolgimento nessuno degli intervistati ovviamente offre ricette. Tutti, questi si, raccomandano un atteggiamento indispensabile al nostro tempo sconvolto: quello dell’ascolto, del pluralismo, della coscienza dei propri limiti, in termini religiosi, dell’umiltà. Norberg-Schulz cita una bella espressione di Rilke: “Le cose confidano nella nostra capacità di salvarle”.

Filippo Gentiloni – Il Manifesto, 5.11.1990

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C’è un aspetto, presente tanto in Quinzio quanto in Guzzi, che rende l’accostamento dei loro saggi particolarmente interessante. Ed è l’attenzione dedicata alla dimensione estetica dell’esistenza. Le tesi sono diametralmente opposte. Nell’orizzonte contraddittorio e tuttavia apertissimo della contemporaneità, Guzzi vede affacciarsi un sapere che è “poetico” in quanto la verità cui fa riferimento non è se non “incarnata” e “personale”. Quinzio al contrario non esita a far sua l’affermazione di Lèvinas, secondo cui l’estetica non è che un “linguaggio di corte”(…) Neo-paganesimo dell’estetica, dunque? Sembrerebbe di si. E dire che proprio Quinzio ha creduto di individuare uno degli esiti più rilevanti dell’ebraismo in quel pensiero dell’infondatezza che anzichè giustificare i propri asserti allegandoli a paradigmi immutabili e alla stabile articolazione del logos, li riferisce unicamente alla parola di Dio e quindi a decreti che non devono dare ragione di sè.(…) E insomma qualcosa che senza forzature potremmo ritrovare in quello che Guzzi chiama il “sapere poetico”. (…) “estetica”, o addirittura “mitica”, ci piaccia o meno, resta la dimensione all’interno della quale facciamo esperienza della parola tramandataci dalla Bibbia.

Sergio Givone – La Repubblica, 27.10.1990

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La Svolta
La fine della storia e la via del ritorno
Jaca Book 1987, pagg.225.

Perchè allora una Svolta? Perchè lo splendido libro di Marco Guzzi, poeta e conduttore (al 3131 serale) di profonde riflessioni raccolte dalla gente comune intorno ai problemi che l’anima di ognuno di noi suggerisce come discorso taciuto che non si può mai dire se non affidandolo alle onde radiofoniche notturne, quando la fine del giorno induce a pensare più in grande alla fine della storia, al senso sempre incompiuto, al ritorno dell’indomani, dove l’incompiutezza del senso verrà di nuovo ribadita. La Svolta articola questa lacerazione che

due autori presi in prestito dal libro lasciano così evidenziare. Da un lato Heidegger: “L’epoca a cui manca il fondamento pende nell’abisso. Posto che in genere a quest’epoca sia ancora riservata una svolta, questa potrà aver luogo solo se il mondo si capovolge da capo a fondo, cioè se si capovolge a partire dall’abisso”; dall’altro Eliot: “E’ questo il modo in cui finisce il mondo/ Non con uno schianto ma con un piagnisteo”.(…) Speranze e ponderazione sono oggi custodite dai poeti, non quelli che esprimono i loro sentimenti, quasi che ne fossero gli unici depositari, ma i poeti-pensanti, quelli cioè che riflettendo sulla nostra storia, arrischiano aperture di senso che sono spaccature della terra, qualcosa che assomiglia al terremoto, al nubifragio, alla catastrofe, non per un gusto terroristico, ma perchè persuasi, come dice Heidegger, che nell’uniformità oggi imperante “il terribile è già accaduto”: gli uomini-scimmia di cui si diceva, i topi nelle cantine dell’anima, gli amanti delle vogliuzze diurne e notturne, i praticanti delle piccole paure. Facciamo un salto di umanità se possibile. A questo ci invita la Svolta di Marco Guzzi.

Umberto Galimberti – Il Sole 24 ore, 8.7.1987