A che serve pregarti, confidare
In te se tutti quanti
Schianti, atei e cristiani
E hindu e mussulmani
Senza distinzioni in un impasto
Di fango?
Pregavano Maria
L’ausiliatrice, l’aiuto dei veri cristiani,
E lo tsunami ne fece una valanga
Di morti. E tu dov’eri
Maria? Serve invocarti
O sei la vergine impotente
Contro il male?
A volte ho solo voglia di pregare
Blaterando, biascicando parole poco chiare
Tra un gemito, un grido, e un pianto.
Davvero ha ragione Leopardi
E tutto domina una natura spietata
Che ci ignora e ci distrugge
Come insignificanti formicai?
Parlami, rispondimi, sono in ascolto.
Sai tutto tu? puoi tutto?
Vuoi anche il male, il mio dolore pettorale?
Non si muove foglia che tu non voglia?
Tu vuoi questo sterminio universale?
Quella pancia gonfia del bambino in coma?
Io non lo credo. Non lo sopporto.
“Le tenebre alla loro ora
Sembrano sempre prevalere.
In quell’ora io sono in croce.
E la salvezza è tutta passiva:
Passione e morte appunto
Per me con voi
Per voi con me.”
Che vuoi dirmi?
“Che in certi punti il passaggio è proprio mortale.
Ma mai nel nulla. Il male
In verità è nulla. Sta già svanendo.
Perciò la Vergine
E’ veramente potente contro il male.
La Vergine infatti è quello che rimane
Indenne, per sempre, illesa”.
Serve pregare?
“Pregare è limare le inferriate
Della tua prigione.
Cos’altro vuoi fare
Se non evadere?”
Perché il dolore?
“Perché la carne in cui discendo
E’ troppo avvelenata, contraffatta.
Io sono un farmaco potente.
Brucio anticorpi e virus.
Le resistenze travolte fanno male”.
Allora il dolore è necessario?
“Non certo in me.
In me non c’è necessità
Ma libero gioco di scambio:
Interlocuzione. E’ necessario
Però in questa fase
Finale del metabolismo:
Sulla terra siete tutti troppo schiavi:
Siete voi che perpetuate
Il dominio di spietate
Necessità.”
Ma c’è una logica al massacro?
Che muoia io o quel bambino
Nello Sri Lanka?
“Non una cellula nasce o muore per caso.
Ciò non vuol dire che Io
Faccia morire nessuno. Ma che le tenebre
Seguono logiche spietate
Ma precise:
La necessità è stringente
Come un nodo scorsoio.
Ma ora lasciati un po’ andare
A me. Sogna il mio sogno:
Tutto in realtà è bene
E questo incubo di morte sta svanendo.
Sto sbullonando le ultime travi
Delle ferree necessità di questo mondo.
Ci rivedremo fuori.
Tutto ti sarà più chiaro.”