Premi "Invio" per passare al contenuto

Ritrovare un ordine delle priorità

Cosa fare? e quando e come farlo?

Nella nostra vita moderna la complessità degli impegni diviene ogni giorno più gravosa e intricata. Ogni ambito dell’esistenza è iperorganizzato e richiede attenzioni crescenti e competenze sempre più specifiche. Ci sono decine di tasse da pagare, moduli da formulare, bollette di ogni tipo da tenere sotto controllo. Ogni figlia non solo frequenta una scuola, con cento problematiche e mille riunioni in cui vengono discusse, ma poi svolge anche un’attività sportiva, segue il catechismo in parrocchia, suona uno strumento, perfeziona una lingua straniera, va in motorino, chatta, e così via. E per ogni cosa dobbiamo seguire procedure varie e discutere e programmare e partecipare naturalmente ad altre riunioni. Per non parlare poi del lavoro e della rete sempre più fitta delle comunicazioni in cui è oggi inevitabilmente inserito: lettere, telefonate, fax, segreterie, cercapersone, e-mail, SMS e altro che si inventeranno, per colmare di parole, e di pubblicità, la nostra mente già sfibrata. Siamo tutti immersi in questa accelerazione convulsa che fa delle giornate veri e propri campi di battaglia da cui non sempre si esce vivi….

Come darsi pace allora in queste condizioni? Come possiamo proteggerci dall’azione corrosiva di questi ritmi che ci sprofondano inconsapevolmente nella più cupa disperazione? Come costruire un’esistenza “lontano dagli intrighi degli uomini” e “dalla rissa delle lingue”(Salmo 30,21)? Come possiamo impedire che “la preoccupazione del mondo”(Matteo 13,22) soffochi in noi la fiamma della fede, o comunque dell’entusiasmo creativo, tra le spine delle angustie e dei rovelli mentali? Dobbiamo tutti rifugiarci in qualche eremo? ritirarci nel più profondo di qualche foresta? Può darsi che per qualcuno questa sia la via, ma oggi nemmeno nel deserto si sfugge completamente alle reti della complessità, e Internet raggiunge anche i più sacri monti, invadendo perfino lì le menti e i cuori.
D’altronde il problema di tenere la nostra interiorità libera da pesi oppressivi era presente anche al tempo di Gesù, e i tempi moderni hanno solo estremizzato una questione che accompagna l’essere umano fin dal principio.

Io credo che una chiave fondamentale per affrontare l’emergenza della complessità stia nel costruire ogni giorno un corretto e giusto ordine delle priorità. Ma è proprio questa gerarchia degli impegni che oggi più che mai chiede di essere ripensata a tutti i livelli. Che cosa è veramente più importante, prioritario appunto? Faccio un esempio.
Quest’anno, nella scuola media di mio figlio, hanno rivoluzionato gli orari, e imposto a questi poveri bambini di uscire tre volte alla settimana alle 14.30, allo scopo di far loro imparare una seconda lingua o perfezionare qualche altro insegnamento. Lo scopo sarebbe buono, ma è assurdo tenere dei ragazzini di 11 anni a digiuno fino alle 15, e far loro subire 6 ore continuative di scuola, distruggendo tra l’altro l’ipotesi, ormai d’altronde molto remota, di pranzare con la propria famiglia. Che cosa avevano in testa i programmatori di questa riforma? quale gerarchia degenerata delle autentiche priorità? A tutti i livelli constatiamo l’avanzare tumultuoso di questo disordine meticolosamente organizzato, anche dove si camuffa da ordine razionale. E nelle nostre vite come stanno le cose? Sono ben chiare le autentiche priorità? Per aiutarci a fare chiarezza su questo punto, desidero proporvi un piccolo esercizio di meditazione.

  • Assumiamo una posizione seduta comoda e rilassata, donandoci una quindicina di minuti senza disturbi.
  • Soffermiamoci adesso sul nostro respiro e accompagniamolo con una semplice parola: nell’inspiro sorrido, e nell’espiro mi abbandono: sorrido/mi abbandono.
  • Lasciamo che le parole diventino esperienza vissuta: realizziamone il profondo significato di rilassamento, accoglimento, e abbandono fiducioso.
  • Ora, con la nostra immaginazione rilassata, solleviamoci dalla nostra stanza, e anche dal nostro edificio. Noi saliamo sempre più in alto, e l’edificio in cui ci troviamo diviene sempre più piccolo sotto di noi. Non affrettiamo i passaggi immaginativi; ma godiamoceli fino in fondo, lasciando che la nostra immaginazione operi liberamente, spaziando al di là di ciò che io vi propongo. Che cosa vedete, ad esempio, a 50, 100 metri di altezza sopra le vostre case, in questo momento?
  • Saliamo ancora più su: ora siamo in grado di osservare tutta la nostra regione, con i suoi fiumi e le città e il mare. Poi vediamo tutta l’Italia, e continuiamo a salire fino a distinguere i vari continenti, e infine tutta la terra che ruota, azzurra e bianca, su se stessa, ricolma di circa 6 miliardi di persone come noi, tutte piene come noi dei loro problemi. Sentiamo tutto il rumorio di miliardi di cuori? Tutto il dolore e la speranza e l’amore e la rabbia e la paura e la gratitudine che portano dentro? Sentiamo tutto questo in noi adesso?
  • Ogni tanto, quando la nostra forza immaginativa si stanca, ritorniamo al ritmo del nostro respiro: sorrido/mi abbandono. Torniamo a darci pace. Non c’è alcuna fretta qui in alto nel cielo.
  • Ora riprendiamo a salire. Ci allontaniamo anche dalla Terra, riusciamo a vedere l’intero sistema solare. Esso vola ad una velocità spaventosa entro la nostra Via Lattea insieme ad altre 200 miliardi di stelle come il nostro Sole. Questo sta accadendo ORA. Questo è più reale di ogni altro pensiero. Dilatiamo la nostra mente, lasciamola dilatare da questa visione cosmica.
  • Continuiamo a salire. Ora vediamo la nostra intera galassia distanziarsi da noi. Vediamo decine e poi centinaia, e poi addirittura milioni di galassie che ruotano nell’infinito. Qui, in questo misteriosissimo spazio siderale in cui ci troviamo non c’è più né su né giù, né oggi né domani, né giorno nè notte. Possiamo contemplare il mistero abissale della creazione in corso: ciò che sta avvenendo ora. E possiamo chiedere in vera umiltà al Signore delle galassie: Fà che io possa contemplare e comprendere, Signore, le meraviglie del tuo amore.
  • Sostiamo lì, negli spazi abissali dell’universo, sostiamo lì in pace e in ascolto. E poi con grande calma, e specialmente con grandissima dolcezza chiediamoci:
  • Che cosa è veramente importante nella mia vita? Che cosa è essenziale? E come posso realizzare più pienamente questa essenzialità? Che cosa posso lasciare cadere? Che cosa è ancora retaggio in me di pretese infantili e di piccole ambizioni da superare? Che cosa è invece degno di essere sviluppato, di essere preso in più seria considerazione?
  • Rimaniamo qualche minuto in ascolto, lasciando che queste domande risuonino in noi. E se verranno alcune risposte, possiamo scriverle e magari completarle nel tempo.

Ecco, creare un ordine di priorità è un lavoro da ripetere continuamente; senza dimenticare mai però che questo ordine non può che darcelo il Mistero stesso del nostro essere, e cioè Dio. Solo Dio conosce ciò che davvero è prioritario per ognuno di noi in ogni nostra giornata. Ecco perché al primissimo posto nella nostra esistenza non può che esserci l’ascolto (Luca 10,42). L’apertura infinita dell’ascolto è l’unico metodo efficace per affrontare ogni complessità. Più la vita diventa complessa, perciò, e più fortemente siamo chiamati a radicarci nell’ascolto, affinché sia il Signore della Vita a darci ogni giorno l’ordine delle nostre priorità, salvaguardandoci dal nostro vano affaccendarci.